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Tervanpoltto: il catrame vegetale in Finlandia e nel Kainuu

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Le origini del catrame vegetale (terva) si perdono nel tempo; i primi documenti che attestano la produzione del catrame di legno in Finlandia risalgono alla fine del XVI secolo. È a partire dal Seicento che la Finlandia diviene uno dei maggiori esportatori di catrame vegetale al mondo…

Indice

  • Catrame vegetale e Finlandia
  • Catrame vegetale e Kainuu
  • Come si fa il catrame vegetale?
  • Catrame vegetale, credenze e proverbi
  • Glossario

Catrame vegetale e Finlandia

Nel Seicento la produzione di catrame si concentrava nelle regioni del Saimaa e del Päijänne che vendevano il prodotto finito nei porti di Viipuri e Häminä. Ma quando nel Settecento questi passarono sotto il dominio russo, la produzione e il commercio di catrame si spostarono più a nord, nel Pohjanmaa. Con la Grande guerra del nord (1700-1721) la richiesta di catrame vegetale subì un’impennata e negli anni ’60 del Settecento diverse città costiere, compresa Oulu, ottennero il permesso di vendere il prodotto direttamente all’estero, senza bisogno di passare per Stoccolma. Nel 1781 a Oulu sorse il più grande deposito di catrame vegetale della Finlandia, nonché punto di ritrovo di tutti i commercianti e i produttori del Paese.

Il catrame di legno ebbe il suo periodo d’oro nella seconda metà dell’Ottocento, quando al Pohjanmaa subentrò il Kainuu come maggior produttore del Paese. Il terreno poco adatto alla coltivazione e l’abbondanza di foreste giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo del Kainuu come epicentro della produzione di catrame vegetale. Quando a ovest le foreste erano già state ampiamente sfruttate e ci si volgeva all’agricoltura, l’est intraprendeva la via del tervanpoltto (produzione di catrame vegetale). I diversi usi del bosco legati allo sviluppo agricolo e industriale delle varie regioni hanno dato luce a paesaggi distinti: la Finlandia occidentale coi sui campi coltivati, quella orientale con foreste relativamente giovani. Questo discorso dovrebbe far capire come l’idea di una Finlandia incontaminata, dalle antiche foreste, sia poco veritiera. Il tervanpoltto ha lasciato evidenti segni sul paesaggio fisico e culturale, nonché sul paesaggio urbano (io pago l’affitto all’agenzia immobiliare Terva-asunnot…).

L’ottima qualità del catrame finlandese era da imputare al metodo di produzione tradizionale che prevedeva un “forno” interrato e ricoperto di torba e muschio, mentre altrove in Europa si usava la pirolisi. Tuttavia, nel corso dell’Ottocento si andò diffondendo l’uso di forni in muratura e in ferro così che la produzione si spostò progressivamente all’interno delle fabbriche.

Negli anni ’60 dell’Ottocento, in Finlandia approdarono le segherie a vapore, nuovo simbolo dell’industrializzazione finlandese. L’industria forestiera rese il legname una materia di così alto valore che kaskenpoltto (debbio) e tervanpoltto divennero attività poco proficue. Insieme alle strade e alle ferrovie aumentarono anche le esportazioni di legname verso Russia e Gran Bretagna; molti finlandesi si trasferirono nei centri abitati e iniziarono a lavorare nelle segherie che offrivano stipendi più alti e compiti meno duri. Il periodo d’oro del catrame vegetale era agli sgoccioli e, quando alla fine dell’Ottocento le navi in ferro soppiantarono quelle in legno, la produzione di catrame vegetale subì un duro colpo.

A inizio Novecento, con l’espandersi delle ferrovie e l’apertura del mercato verso sud, Oulu perse molti commercianti e negli anni della Prima guerra mondiale il declino del catrame era ormai palese.

Intorno agli anni ’50 la Finlandia mise fine alla produzione tradizionale di catrame vegetale. Oggi il tervanpoltto è un’attività di nicchia che trova rievocazione in alcune piccole dimostrazioni locali. Di quel glorioso passato è rimasta la Tervan tie, un’itinerario culturale su strada che unisce Kuhmo e Oulu, sulle tracce dell’antica via che una volta conduceva i barili dal Kainuu ai porti del Pohjanmaa.

Catrame vegetale e Kainuu


Tutti hanno sentito parlare della produzione di catrame vegetale del Kainuu e degli abitanti locali che lavoravano tutta l’estate alle fosse di catrame nelle loro foreste selvagge e poi con quelle loro lunghe barche in legno traportavano migliaia di barili pieni di catrame nero fino al celebre deposito di Oulu.1

Nell’Ottocento la regione del Kainuu divenne l’epicentro della produzione di catrame vegetale in Finlandia. Se l’est del Paese si volse alla coltivazione dei campi, l’ovest, poco adatto all’agricoltura e ricco di foreste selvagge, intraprese la via del tervanpoltto. Il catrame vegetale divenne ben presto una professione ereditaria, la principale forma di sussistenza della regione: nella seconda metà dell’Ottocento di 80.000 barili, 50.000 provenivano dal Kainuu; Kuhmo ne produceva ben il 15%.

In primavera il catrame era trasportato fino a Oulu e venduto ai mercanti esteri. Nonostante nel corso dell’Ottocento Kajaani e Kiehimä divennero importanti punti vendita di catrame, molti preferivano comunque arrivare a Oulu, porto di gran lunga più competitivo. Il trasporto avveniva lungo i corsi d’acqua dell’Oulujoki e il viaggio durava circa tre settimane (Kuhmo-Oulu-Kuhmo). Le rapide Koivukoski e Ämmäkoski sul Kajaanijoki erano i punti più impervi; i canali per facilitare il trasporto furono pronti alla fine degli anni ’40 dell’Ottocento e furono usati fino al primo Novecento.

Per solcare i corsi dell’Oulujoki, alla fine del Seicento gli abitanti del Kainuu s’inventarono una barca snella, lunga e resistente chiamata tervavene o paltamo (nome di una cittadina del Kainuu, la cui bandiera ritrai ancorala stessa imbarcazione). In origine molto più piccola, nel tempo questa barca subì delle modifiche, arrivando a misurare fino 11-15 mt di lunghezza, 120 cm in larghezza e 50-60 cm di profondità. I barili di catrame contenevano 125 lt (misura Rostock), erano alti 77 cm e avevano un diametro di 53 cm; la tervavene portava fino 30 barili, per un totale di 4000 kg.

Il celeberrimo pittore finlandese Akseli Gallen-Kallela (1865-1931) rimase colpito da questo peculiare tipo di barca che incontrò a Kuhmo e la usò come modello in molti suoi dipinti a tema kalevaliano. Anche il suo amico, il conte Louis Sparre (1863-1964), la riprodusse in alcuni disegni eseguiti nel Kainuu.

Con la costruzione della rete ferroviaria il trasporto divenne più semplice e veloce e il commercio si aprì alla Finlandia meridionale. I canali costruiti sul Koivukoski e sull’Ämmäkoski furono chiusi; anche nel Kainuu la produzione di catrame vegetale terminò intorno agli anni ’50 ed è oggi limitata a brevi corsi e dimostrazioni locali che tengono viva la memoria di tale tradizione.

Come si fa il catrame vegetale?

Metodo tradizionale.

Si sceglieva un terreno sabbioso o fangoso su cui scavare una fossa a imbuto (tervahauta). Più la buca era profonda e meglio era, per questo motivo spesso ci cercavano depressioni naturali che facilitassero lo scavo (la testa di un uomo in piedi al centro della fossa doveva essere allo stesso livello del terreno). Il fondo della fossa (haudan pohja) era poi compattato e ricoperto con argilla, fango e corteccia d’abete. Un tubo posizionato orizzontalmente (tervakynä) collegava il centro della fossa (haudansilmä) con l’esterno, permettendo al catrame di defluire. I ciocchi di pino da cui si ricavava il catrame vegetale (särökset) erano posizionati radialmente l’uno sull’altro a partire dal centro della fossa in cui si ergeva un bastone (silmäkeppi) che fungeva da punto di riferimento per costruire un cumulo preciso. La parte più spessa del ciocco era messa verso l’esterno.

L’albero più redditizio in termini di catrame vegetale è senz’altro il pino. Per avere legni ricchi di catrame si usava scuoiare gli alberi fino a una certa altezza, in modo tale che si difendessero dal danno subito producendo più resina e si seccassero lentamente (kolominen). Dopo circa 4 anni erano pronti per essere abbattuti e usati per produrre catrame vegetale.

La catasta di legna era poi ricoperta di torba, muschio e terriccio ben compattati, in modo che non ci fossero fessure (hassi). Il montino veniva acceso dal basso e bruciava per qualche giorno. A bruciare era il fuori, non le legna, perché all’interno della fossa non c’era ossigeno. A turno gli uomini (tervamestari) controllavano che il cumulo bruciasse lentamente e che non si formassero canali per il passaggio d’ossigeno. Per tenere a bada le fiamme e chiudere eventuali fori si gettavano sul mucchio segatura bagnata e pezzi di terriccio umido. All’interno della fossa la temperatura era talmente alta che le legna trasudavano catrame mentre bruciavano lentamente.

Dopo qualche giorno dal tubo usciva il catrame vegetale (terva), prima misto ad acqua (tervankusi), poi puro. Oggi rivalutato, in passato quello misto ad acqua era considerato uno scarto e rimaneva inutilizzato. Spesso i commercianti cercavano di truffare i compratori riempiendo il barile con poco catrame e molto tervankusi. Ecco che il termine kusettaa, oggi fregare, in origine significava “vendere tervankusi invece di catrame puro”.

Catrame vegetale, credenze e proverbi

La produzione di catrame vegetale era letteralmente il pane quotidiano di molte famiglie finlandesi. Non stupisce, dunque, che intorno all’argomento si siano sviluppate una serie di credenze popolari, come ad esempio quella di non poter chiamare la terva col proprio nome (tabù linguistico). Al suo posto si usavano degli eufemismi. Questo perché nell’antica cultura finlandese le parole avevano il potere di evocare la realtà e si credeva che tutto fosse vivo, animato, e pertanto andava rispettato. Catrame vegetale incluso. Si ballava e si cantava attorno alla fossa in fiamme per propiziarne la riuscita. Si credeva anche che il fumo mettesse in fuga gli spiriti maligni.

L’importanza del catrame vegetale ha lasciato traccia anche in alcuni proverbi ed espressioni finlandesi:

Minkä teet, tee se tervan kanssa
(“Quel che fai, fallo col catrame vegetale”)= ? devo ancora capire cosa significa. Suggerimenti?
Työ on kuin tervan juontia
(“Lavorare è come bere il catrame vegetale”)= Voglia di lavorar saltami addosso
Liikkuu kuin täi tervassa
(“Si muove come un pidocchio nel catrame vegetale”)= Lento come una lumaca

E quello più famoso…

Jos ei sauna, viina ja terva auta, niin tauti on kuolemaksi
“Se la sauna, l’alcol e il catrame vegetale non aiutano, allora non ci sono speranze”

Infatti, oltre a essere usato come impregnante e protettivo su attrezzi di legno e di ferro, barche, carri, ruote, slitte, tegole, e persino sugli zoccoli dei cavalli, il catrame vegetale era considerato un vero e proprio toccasana contro la tosse e le irritazioni cutanee; era usato come crema antisettica e repellente naturale. Oggi oltre che impregnante, lo si trova in svariati prodotti, dal gelato al liquore, dallo shampoo alle creme, dagli oli essenziali alle caramelle.

Ascolta la famosa canzone Viina, Terva ja Hauta

Glossario

Terva Catrame vegetale
Tervanpoltto Processo per ottenere il catrame vegetale
Tervahauta Fossa costruita per ottenere il catrame vegetale
Haudan pohja Base della fossa, fatta con fango di palude, argilla e corteccia di abete
Koloaminen Tecnica per ottenere pini resinosi adatti alla produzione di catrame vegetale. Si scortecciava l’albero fino a una certa altezza così che radici e cima rimanessero vivi. L’albero si seccava lentamente e la parte ferita si proteggeva producendo resina. Dopo circa 4 anni, l’albero veniva tagliato e usato per ottenere catrame vegetale
Särökset Ciocchi di pino accatastati ordinatamente nella fossa in direzione del centro. Sono quelli che bruciando lentamente rilasceranno il catrame vegetale
Haudansilmä L’occhio delle fossa, il centro in cui si deposita il catrame vegetale
Silmäkeppi Bastone posto verticalmente al centro della fossa per aiutare nella costruzione della catasta di legna
Hassi Montino di torba e terriccio che ricopre le legna di pino
Tervakynä Tubo che collega il centro della fossa, in cui si deposita il catrame, con l’esterno
Tervankusi Miscela di acqua e catrame che esce per prima dal tubo. Una volta considerato prodotto di scarto, oggi rivalutato e ampiamente utilizzato come impregnante
Tervamestari (lotnikka nel Kainuu) Colui che sa come costruire le fossa e che tiene a bada il fuoco. Il Maestro del catrame vegetale
Tervatynnyri Barile in legno da 125 kg per il trasporto del catrame vegetale
Tervavene/
Paltamo
Tradizionale barca in legno per il trasporto del catrame vegetale. Originaria del Kainuu

Fonti e approfondimenti:

Riferimenti:

1. Kaikki ovat kyllä kuulleet puhuttava Kainuun tervanpoltosta ja Kainuun tervaukoista, jotka korpimaissaan kesäkuudet tervahaudoilla rujusivat ja taas pitkillä tervavene-suikeloillaan laskettelivat mustia korvenmujujaan tuhansin tynnyrein maankuuluun Oulun tervahoviin. Paulaharju, 2016, p.155. Traduzione mia.

Foto e video © Giulia Santelli

11 commenti su “Tervanpoltto: il catrame vegetale in Finlandia e nel Kainuu”

  1. “Minkä teet, tee se tervan kanssa” dovrebbe significare: fare molto bene (tehdä työ kunnolla, erittäin hyvin).
    Il catrame è stato utilizzate anche sul fondo degli sci. Amcora nella mia infanzia negli anni sessanta. La neve non si è attacata. Una candela (stearina) è stata strofinata sopra. E poi alle Olimpiadi :-))))

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