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Sono passati 103 anni da quando, il 6 dicembre 1917, la Finlandia è finalmente divenuta indipendente. Quest’anno niente festeggiamenti in piazza, né parate commemorative, e neppure la tanto attesa festa al castello del Presidente. Anche qui la pandemia ci ha costretti a festeggiare “ognuno a casa propria”, ma non è certo riuscita a rovinare l’atmosfera di questa solenne giornata.
Nell’aria risuana l’inno nazionale mentre la bandiera finlandese sventola fiera; sui davanzali risplendono le candele bianco-blu che accompagnano coloro che vanno a rendere omaggio ai caduti. Per motivi di sicurezza, quest’anno l’alzabandiera celebrativo si terrà in via eccezionale a Hämeenlinna invece che nella capitale, mentre la parata militare che doveva svolgersi a Pori non ci sarà; la partecipazione alla messa nella cattedrale di Helsinki e ai molteplici eventi culturali avverrà solamente online.
Anche il grande gala al castello del Presidente (Linnan juhlat) sarà off limits e la partecipazione solo virtuale. Un po’ come con Sanremo ai tempi d’oro, i finlandesi si riuniscono curiosi davanti allo schermo solo per vedere e commentare i vestiti sgargianti dei 2.000 invitati che stringono la mano al Presidente e consorte. Il rigido dress code all’insegna dell’eleganza ammette l’utilizzo dei vestiti tradizionali popolari. Solitamente tra gli invitati ci sono funzionari, veterani, sportivi, artisti, imprenditori e altre personalità finlandesi che si sono distinte durante l’anno. Ma stavolta niente ospiti speciali, la festa si sposta nelle case dei finlandesi! Alcune performances organizzate al castello saranno trasmesse in tv, ma la vera protagonista dello schermo sarà la società finlandese nelle sue varie sfaccettature.
”Svedesi non siamo, russi non vogliamo essere,
lasciateci allora essere finlandesi”.
Adolf Ivar Arwidsson
Per quel che ho visto, i finlandesi sono molto attaccati alla patria, forse perché se la sono conquistata recentemente e a seguito di sanguinose guerre; il ricordo degli scontri con la Russia è ancora vivo nelle menti dei finlandesi (più che altro gli scontri della Guerra d’inverno e in quella di continuazione che hanno coinvolto un’intera generazione di cittadini morti per una Finlandia autonoma e libera dall’influenza russa).
Facendo un super-sunto, diciamo che per millenni la Finlandia fu contesa tra la Svezia (sotto cui restò dal 1200 al 1809) e la Russia (dal 1809 al 1917 come governatorato autonomo). Già nella seconda metà del XVIII secolo alcuni fennomani sollevarono la questione dello status della lingua e della cultura finlandese, ma è nel XIX secolo, sulla scia del Romanticismo europeo che promuoveva la conoscenza delle origini come parte del risveglio nazionale e a fronte di una presenza russa sempre più forte, che i finlandesi iniziarono a prendere coscienza della propria identità linguistica e culturale.
Il Kalevala, l’epopea finlandese scritta da Elias Lönnrot sulla base dei canti popolari raccolti in Finlandia e in Carelia e pubblicata prima nel 1835 e poi nel 1849, divenne il simbolo dell’identità nazionale e innalzò, tra l’altro, il finlandese a lingua della cultura. In quest’atmosfera, la campagna di russificazione promossa da Nicola II negli anni ’90 del XIX secolo non fece altro che acuire le rivendicazioni dei finlandesi che, approfittando dell’abdicazione dello zar, nel 1917 approvano una legge che concedeva loro più potere nella politica interna. La Russia sciolse il governo provvisorio e disapprovò il cosiddetto Power Act.
A novembre Pehr Evind Svinhufvud (1861-1944) fu scelto come capo del Senato con lo scopo d’incrementare l’indipendenza della Finlandia, e così successe: il 6 dicembre il Parlamento approvò la Dichiarazione d’Indipendenza, accordata a sua volta da Lenin il 31 dicembre. Se da una parte c’è chi ha interpretato questa mossa come magnanimità d’animo e scelta ideologica a favore dell’autodeterminazione dei popoli, dall’altra c’è di dice che in realtà Lenin l’abbia fatto solo perché la Russia era in situazioni disastrose e voleva scrollarsi di dosso il “problema Finlandia”, sperando che, concedendo l’indipendenza, i finlandesi si sarebbero poi riuniti volontariamente alla Russia.
Il dibattito è ancora aperto e dipende molto dalla lente con cui si guarda la storia. Certo è che l’indipendenza creò un bello scompiglio e nel 1918 scoppiò la guerra civile tra i rossi, che volevano ricongiungersi con la Russia, e i bianchi guidati da Mannerheim, che volevano mantenere lo status quo. Evidentemente vinsero quest’ultimi, altrimenti la Finlandia che conosciamo oggi non esisterebbe. La repubblica finlandese nacque nel 1919, ma i contrasti con la Russia erano solo all’inizio…
Leggi anche Il Kalevala. Un’introduzione all’epopea finno-careliana
Finlandia= Suomi; Finlandese= Suomalainen
Russia= Venäjä; Russo= Venäläinen
Svezia= Ruotsi; Svedese= Ruotsalainen
Indipendenza= Itsenäisyys
Patria= Isänmaa/ Kotimaa
Guerra= Sota
Inno nazionale= Kansallislaulu
Bandiera= Lippu
Candela= Kynttilä
Fonti e approfondimenti:
- https://yle.fi/aihe/artikkeli/2012/11/01/itsenaisyyspaiva-612
- https://yle.fi/aihe/artikkeli/2020/12/04/linnan-juhlia-on-seurattu-televisiosta-jo-yli-50-vuotta-historiantutkija
- https://yle.fi/uutiset/3-11674934
- https://www.presidentti.fi/tiedote/itsenaisyyspaivaa-vietetaan-yhdessa-uudella-tavalla/
- http://finland100.fi/ disponibile anche in inglese
Foto e testi © Giulia Santelli
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