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Kekri, l’Halloween finlandese

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Quando finalmente scendo dal pullman, il vento freddo mi constringe a tirarmi la sciarpa fin sopra il naso. Sono stanca, il viaggio da Helsinki a Kuhmo sembrava non finire mai. È già buio quando arrivo, ma le candele appese sui portici delle case rischiarano la notte col loro tepore. Le foglie sono ormai cadute, così come la prima timida neve. Mi dirigo verso la macchina quando in lontananza vedo delle strane figure. Ma che diav…?! Mi stropiccio gli occhi, la stanchezza fa strani effetti. Ma eccoli là, piccoli zombie assetati di dolcetti. Aaah già, Halloween. Tiro un sospiro di sollievo. Anche se negli ultimi anni ci siamo andati vicini, la fine del mondo non è ancora arrivata…

Visto che in Italia non è una festa così sentita e, anzi, abbastanza anonima, me ne ero totalmente dimenticata. E anche in Finlandia, a parte la piccola neonata marcia degli zombie di Kuhmo, qualche zucca intagliata al supermercato accanto alle precoci cioccolate di Natale e qualche costume in qua e là, Halloween non è niente di particolare. Una volta però non era così…

Una volta Kekri era una festa importantissima per i contadini finlandesi, una sorta di ultimo dell’anno festeggiato con danze, falò e una lauta tavola imbandita. Kekri, l’Halloween finlandese. Questa parola dall’etimologia incerta compare per la prima volta in un’opera di Mikael Agricola (1510-1557) e sembra riferirsi a un’antica divinità del raccolto. Probabile visto che nella Finlandia agraria Kekri era proprio la festa del raccolto, quella che segnava la fine del lavoro dei campi e del pascolo, e l’inizio di un nuovo ciclo. Kekri era festeggiato in un periodo compreso tra Mikkelin päivä e Ognissanti, cioè tra settembre e novembre; ogni famiglia lo celebrava coi suoi tempi, quando aveva terminato i lavori agricoli.


Con l’inurbamento Kekri, festività agricola, va scomparendo in favore del Natale. Nel frattempo gli USA fanno proprio Halloween, il corrispettivo celtico del Kekri finlandese, rendendolo un fenomeno mondiale caratterizzato da zucche, maschere, dolcetti e quant’altro. A generare ancora più confusione tra queste festività ci si mette Ognissanti, in Finlandia celebrato il sabato tra 31.11. e 6.12., tanto che oggi Kekri, Halloween e Ognissanti si confondono l’una nell’altra.

In molte culture si credeva che in questo periodo dell’anno il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti fosse più sottile del normale e che gli spiriti potessero camminare sulla terra. A Kekri si indossavano costumi spaventosi proprio per confondere gli spiriti e sembrare così uno di loro. I ragazzi si vestivano da Kekripukki (caprone di Kekri), indossavano una pelliccia al contrario e una maschera cornuta fatta di legno di betulla; le ragazze, Kekrittäret, erano altrettanto inquietanti coi loro ampi vestiti bianchi e il volto coperto. Spesso gli uomini si vestivano da donne e le donne da uomini. Kekripukit e Kekrittäret giravano di casa in casa chiedendo cibo, alcol e caffé, minacciando di rompere il forno se non avessero ricevuto nulla (Köyriä vai uunia?, “Kekri o il forno?”). Il Nuuttipukki dell’Epifania, lo Joulupukki del Natale e il Kekripukki di Kekri si assomigliano davvero molto.

Kekritär. Foto

Una volta si credeva che il fuoco e il fumo scacciassero gli spiriti maligni. Anche a Kekri, periodo in cui, più di altri, gli spiriti sono in mezzo ai vivi, era tradizione bruciare grandi falò di paglia a forma di caprone (kekripukki, appunto “capra di Kekri“). Se i costumi di Kekripukki e Kekritär sono stati soppiantati dai variopinti vestiti in stile Halloween americano, la tradizione dei falò si è mantenuta viva fino a oggi in diverse cittadine della Finlandia.

Guarda il celebre Kekri di Kajaani

Questo periodo magico era propozio per fare incantesimi e predire il futuro: la tradizione del tinakenkä, poi passata a Capodanno, era originariamente legata a Kekri (si scioglieva il ferro di cavallo in un mestolo e poi si gettava il metallo liquido e incandescente in un secchio d’acqua fredda; la forma che prendeva il metallo rivelava qualcosa sul futuro). Anche la legna era usata come mezzo divinatorio e si ascoltava il vento cercando d’interpretarne la voce. Inoltre l’abbondanza della tavola di Kekri (funghi, bacche, pane, porridge, salsicce, carne di pecora, tuberi, acquavite e birra) prefigurava l’abbondanza dell’anno a venire: mangiare e bere in quantità equivaleva a propiziare il raccolto futuro.

Oggi Kekri ha letteralmente assunto la veste dell’Halloween americano anche se l’impatto sulla società rimane piuttosto debole. In città si vedono costumi, feste e addobbi a tema, ma nei piccoli centri l’effetto è piuttosto blando e, anzi, spesso il passato ritorna sotto forma di falò.

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Fonti e approfondimenti:

© Giulia Santelli

5 commenti su “Kekri, l’Halloween finlandese”

  1. Anna Rita Loiacono

    Non conoscevo la tradizione di Kekri, ma è molto simile a Samhain – forse tinakenkä è connessa a Kekri perché, come Samhain, storicamente Kekri era anche il capodonno pagano?

    1. Esatto. Prende nomi diversi (kekri, halloween, samhain) ma alla base c’è la solita idea connessa a realtà che funzionavano secondo il ciclo della natura, delle stagioni e del raccolto. Ottima osservazione: è probabile che con la scomparsa di Kekri, una sorta di ultimo dell’anno per la gente dell’epoca, la tradizione del tinakenkä si sia spostata all’attuale Capodanno. Non sono sicura di questa cosa, ma mi pare un’ipotesi plausibilissima.

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