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PRRRKELE! Quando ci vuole, ci vuole.

Prontuario delle parolacce in finlandese.

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C’è chi le usa ogni due parole e chi tacitamente le pensa soltanto; chi si lancia in volgari acrobazie e chi si accontenta di un modesto oh cavolo. È inutile negarlo, in maniera più o meno aperta, più o meno forte, tutti ci lasciamo scappare qualche parolaccia, a prescindere da cultura e credo. Il turpiloquio è un linguaggio universale: si capisce quando qualcuno impreca anche se non parliamo la sua lingua.

In italiano “parolaccia”, in finlandese kirosana (parola maledetta) o rumasana (brutta parola). Beh, è chiaro che il turpiloquio non gode di una gran reputazione. Considerate brutte, degradanti, inutili e volgari, in realtà, se ci pensiamo, le tanto bistrattate parolacce altro non sono che parole e, in quanto tali, parte della lingua e dei parlanti; nascono dai tabù e mutano nel tempo insieme a valori e società; vivono e si sviluppano tutt’uno con lingua e cultura; sono universali ma allo stesso tempo legate al tempo e al luogo in cui hanno origine e possono rivelarci molto di un popolo e della sua storia.
Il turpiloquio è una pratica antica e si ritrova già nell’epopea Gilgameš (2000 anni a.C.) e nelle poesie di Catullo. E pensate forse che gli Egizi non bestemmiassero mentre trascinavano sulle spalle quei pesanti blocchi di pietra che costituiscono le piramidi? O che i gladiatori romani non pensassero Oh c****o quando il leone famelico compariva nell’arena? O che gli antichi Greci non se la prendessero con tutto il pantheon di quegli dei capricciosi?


Sapevi che in Finlandia ci sono molti nomi di luogo in cui compaiono parolacce? Paskalampi (Lago di merda), Mulkkusaari (Isola del cazzo), Vittukoski (Rapide della fica), Perseniemi (Promontorio del culo), ecc. Probabilmente questi nomi si riferiscono alla conformazione del posto o nascondono antiche e bizzarre storie locali.


Le parolacce sono tante, complesse e versatili. Con un po’ d’immaginazione si possono creare delle vere e proprie sinfonie. Lo spettro di parolacce esprime tutti gli stati d’animo, dalla gioia alla frustrazione, passando per sarcasmo e rabbia. Non c’è nulla che riesca a manifestare e fomentare la dirompenza delle emozioni come una bella parolaccia. E come tradurre in parole quel turbinio di emozioni e sensazioni che ci sconvolgono? Cosa dire quando l’universo sembra avercela con noi o quando la situazione ci sembra insostenibile? Forse in certi casi una semplice parolaccia è proprio quello che ci vuole per farsi coraggio e andare avanti. In effetti sembra che, fin dai tempi dei romani, il turpiloquio abbia aiutato i soldati a sopportare e superare il dolore e lo stress della guerra. Secondo le ricerche, in Finlandia gli anni d’oro del turpiloquio sono stati proprio gli anni ’50, dopo le guerre.[1] Beh, immaginatevi di essere a -30°, in piena notte, nel bosco, e il vostro comandante vi ordina di vestirvi e andare incontro ai nemici e probabilmente alla morte. Sfido chiunque a non bestemmiare. Tra l’altro il turpiloquio poteva essere un modo per esorcizzare il male o chiedere aiuto all’Altissimo.

Cosa dicono le parolacce di un individuo e della sua personalità? Come agiscono sul nostro sistema nervoso? E cosa rivelano dei tabù culturali, dei mutamenti sociali e culturali di un popolo? Il turpiloquio potrebbe aver aiutato gli esseri umani a sostituire l’aggressione fisica con quella verbale come sostengono alcuni etologi? Come vedete le parolacce vanno ben al di là del politicamente corretto e si rivelano un interessante spunto di riflessione in diversi campi del sapere.

E ora, caro lettore, lascia da parte pudore e ritegno, e immergiti con me nel vasto mare delle parolacce finlandesi. Ecco qua un prontuario senza omissioni, abbreviazioni né asterischi.

© Milla Paloniemi, Kiroileva siili.
Le strisce a fumetti di Milla Paloniemi con il suo celebre riccio blasfemo, sempre arrabbiato e dedito al turpiloquio.

Sessualità

  • Vittu: “Fica”. Probabilmente la parolaccia più diffusa oggi, soprattutto tra i giovanissimi e tra gli adolescenti in cui si osserva un ampio uso-abuso di questa parola. Semplice, breve e versatile, “vittu” viene usata alla stessa maniera di “cazzo” in italiano o “fuck” in inglese. Spesso combinata ad altre parolacce e usata come rafforzativo. Il termine viene dallo svedese “fitta”. La prima testimonianza scritta risale al 1878, quando “vittu” appare nel dizionario di Christfried Ganander (1741-1790). Come parolaccia inizia la sua ascesa negli anni ’80; prima, nella Finlandia agraria, “vittu” era una parola magica che rimandava all’incredibile potere della vagina.
    • Voi vittu> oh cazzo
    • Haista vittu> vaffanculo
    • Mitä vittua> ma che cazzo
    • Mennä päin vittua> “andare dritto nella fica”, cioè andare a puttane
    • Vituttaa> fare incazzare Vittu kun vituttaa> cazzo, che rabbia
    • Vittumainen> fastidioso, seccante
    • Vittupää> testa di cazzo
    • Vittujen kevät> “primavera delle fiche”, cioè fottuta primavera (l’imprecazione di solito continua, vedi kyrpä)
    • Vitun> rafforzativo davanti ad altre parolacce (vitun vittu> eh che cazzo, vitun paska>una merda totale) o in espressioni come “vitun hyvä” (davvero figo/buono), ecc.
    • Kyrpä otsassa> “un cazzo in fronte”, cioè essere arrabbiato
    • Vittujen kevät ja kyrpien takatalvi> “primavera delle fiche e takatalvi dei cazzi”, cioè fottuta primavera e takatalvi del cazzo. Espressione tipica che riassume perfettamente il sentimento condiviso da molti finlandesi quando in piena primavera viene un’ondata di freddo e neve (fenomeno detto takatalvi)
    • Eufemismi> pillu, pimpa, pimppi, pimsa, hitsi, hitto, halvattu, hiivattu, hiivatti, ecc.

  • Kyrpä: “Cazzo”. L’etimo è sconosciuto ma pare che un tempo la parola fosse sinonimo di albero alto, dritto e solitario. Kyrpä appare per la prima volta negli scritti di Christfrid Ganander (1786) e poi in un vocabolario del 1848.
    • Ime kyrpä> succhiami il cazzo
    • Olla kyrpä> essere un cazzone
    • Kyrpä otsassa> “un cazzo in fronte”, cioè essere arrabbiato
    • Vittujen kevät ja kyrpien takatalvi> “primavera delle fiche e takatalvi dei cazzi”, cioè fottuta primavera e takatalvi del cazzo. Espressione tipica che riassume perfettamente il sentimento condiviso da molti finlandesi quando in piena primavera viene un’ondata di freddo e neve (fenomeno detto takatalvi)
    • Eufemismi> kulli, kikkeli, muna, mulkku (=coglione, idiota), mela, molo, mulkkero, ecc.

  • Huora: “Puttana”. Probabile prestito dalle lingue germaniche. Compare già con Mikael Agricola (1510-1557).
    • Sinonimi> lortto, lutka, narttu

Religione

  • Perkele: “Maledetto”. Forte e potente, perkele è forse la più finlandese di tutte le parolacce. Antico prestito dalle lingue baltiche con riferimento al dio del tuono Perkunas che, con l’avvento del cristianesimo, è divenuto sinonimo di Satana. Per sperimentarne tutta la potenza, provate a pronunciarlo a denti stretti, togliendo la prima e ed enfatizzando la r.
    • Eufemismi: perkule, perjantai, perhana, kele, per, kerpele, jumankele, ecc.

  • Helvetti: “Inferno”. Antico prestito dalle lingue germaniche, probabilmente arrivato in Finlandia con i vichinghi.
    • Mitä helvettia> “che inferno”, cioè ma che cazzo
    • Mennä päin helvettia> “andare dritto all’inferno”, cioè andare a puttane
    • Eufemismi: helkutti, helskutti, hemmetti, perketti, persetti, perskutti, piiskatti, pihkutti, turskatti, ecc.

  • Saatana: “Satana”. Antico prestito dall’ebraico. Se messo davanti ad altre parolacce funziona da rafforzativo.
    • Eufemismi: saakeli, samperi, saakuri, saamari, ecc.

  • Piru: “Diavolo”.
    • Piru vieköön> ti prendesse il diavoloPirullinen> diabolicoPiru merrassa> “diavolo nella nassa”, cioè darsi da fareOrpo piru vierassa helvetissä> “un diavolo orfano estraneo all’inferno”, cioè come un pesce fuor d’acqua
    • Eufemismi> häntäheikki, alakerran ukko/äijä, kehno, paholainen, pannahinen, vihtahousu, ecc.

  • Jumalauta: “Maledizione”. Usato soprattutto per esprimere frustrazione, un tempo Jumalauta era una preghiera poi divenuta parolaccia (Jumala=Dio, auta=aiuta-mi). Secondo un’altra interpretazione jumalauta potrebbe indicare un’immagine votiva lignea (Juma= Jumis è divinità baltica e jumǝ in ceremisso significa immagine votiva, lauta=tavoletta)[2]
    •  Eufemismi: voi Luoja, jumankauta, jumaliste, jumalavita, ecc.

Escrezione

  • Paska: “Merda”
    • Paskiainen> pezzo di merda, stronzo
    • Paskainen> di merda
    • Paskamainen> ingiusto, di merda
    • Paskahousu> cagasotto, codardo
    • Paskapää> testa di merda
    • Paskanaama> faccia di merda
    • Paskanmarjat> “bacche di merda”, cioè stronzata
    • Jäädä paskan maku suuhun> “rimanere col gusto di merda in bocca“, cioè rimanere con l’amaro in bocca
    • Paskapuhe> cazzata
    • Haista paska> “annusa la merda”, cioè vaffanculo
    • Ime paskaa> “succhia la merda”, cioè vaffanculo
    • Älä jauha paskaa> “non macinare merda“, cioè non dire cazzate
    • Syö paska> “mangia la merda”, cioè vaffanculo
    • Hevonpaska> “merda di cavallo”, cioè cazzate
    • Eufemismi> kakka

  • Kusi: “Piscio”
    • Kusipää> “testa di piscio”, cioè testa di cazzo
    • Kusinen paikka> “un posto piscioso”, cioè una brutta situazione
    • Olla kusessa> “essere nel piscio”, cioè essere nei guai
    • Kusettaa (jotakuta)> “pisciare qualcuno”, cioè prenderlo in giro. L’espressione viene dalla vendita del catrame di legna: quando si produceva il catrame vegetale (terva), la prima cosa che usciva dal tubo era acqua mista a catrame, il cosiddetto tervan kusi (piscio di catrame vegetale). Oggi è stato rivalutato ma una volta il tervan kusi non era affatto pregiato e talvolta i venditori di catrame cercavano di fregare i clienti riempendo i barili con poco catrame e molto tervan kusi. L’imbroglione era dunque chiamato kusettaja (pisciatore) e kusettaa è divenuto sinonimo di imbrogliare.

  • Perse: “Culo”
    • Perseestä> brutto, è andata male, fa schifo
    • Perse auki> “culo aperto”, cioè senza soldi
    • Perseensuti> “spazzola in culo”. Quando ancora non si usava la carta igienica, ci si puliva con quel che si trovava: frasche, foglie, ecc. Ecco, quello era il perseensuti. Oggi la parola indica una sensazione di fastidio per una situazione spiacevole
    • Ime persettä> “succhiami il culo”, cioè vaffanculo
    • Perseet olalla> “culi sulla spalla”, cioè essere ubriaco
    • Eufemismi> pylly

Fonti e approfondimenti:

6 commenti su “PRRRKELE! Quando ci vuole, ci vuole.”

  1. Brava Giulia!👏👍👌

    Il tuo livello di finlandese e della cultura finlandese m’impressiona!!! Si vede cha hai già vissuti qua molto tempo! Sei più finlandese che molti finlandesi stessi!🙂 E per quanto mi riguarda, il tuo articolo mi ha fatto imparare le parolacce italiane, cosa sempre importante di sapere.

  2. Mandi Julia. Sono Juha (Finlandese), ho vissuto in Italia da 1990 a1995. Non ho mai studiato la lingua Italiana, ma imparato come i bambini, ascoldando come parlano i adulti. I piu usati paroli si impara prima, parolacci. Sono daccordo con altri, ma direi …Vituttaa> essere incazzato di qualcosa, sara’ piu vicino secondo me. Saluti Juha

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