Vai al contenuto
Home » Tiernapojat, quando la tradizione è accusata di razzismo

Tiernapojat, quando la tradizione è accusata di razzismo

#tradizionifinlandesi #nataleinfinlandia #razzismo #canzonidinatale #cantoridellastella

Ragazzini vestiti solitamente da Re Magi che sfilano per le vie del paese cantando gli episodi della nascita di Gesù. Quella dei Cantori della Stella è una tradizione molto antica che affonda le radici nei drammi medievali dei Re Magi, modellati sul Vangelo di Matteo. Nata nell’Europa centrale e diffusasi ben presto anche in Gran Bretagna e in alcuni Paesi nordici, quest’usanza di origine cristiana approda in Finlandia nel XIX secolo affermandosi nell’Ostrobotnia settentrionale, in particolare a Oulu, dove i cantori prendono il nome di Tiernapojat (tierna, dallo svedese stjärna, “stella”), e nella Finlandia occidentale, dove i cantori sono conosciuti come Tähtipojat (“Ragazzi della Stella”)1. Più spesso associata all’Epifania, in Finlandia questa tradizione si lega inscindibilmente al periodo natalizio quando i Tiernapojat giravano a gruppi di quattro e andavano cantando di casa in casa in cambio di qualche spicciolo.

I cantori finlandesi mettono in scena una vera e propria recita cantata che inizia e finisce con i saluti ai padroni di casa e gli auguri di Natale. Nella rappresentazione arrivata fino ai giorni nostri compare un ringraziamento al Granduca di Finlandia Aleksanter, introdotta probabilmente alla fine dell’Ottocento quando la Finlandia era sotto il dominio russo.2
I personaggi della recita finlandese sono diversi rispetto a quelli che figurano tipicamente nelle rappresentazioni dei cantori a giro per l’Europa. Invece dei tre Re Magi che simboleggiano Europa, Africa e Asia, in Finlandia troviamo:

  • Erode, in viaggio per Betlemme, ordina la strage degli innocenti. Si riconosce dal vestito giallo-rosso.
  • Knihti, il soldato che, a malincuore, esegue gli ordini di Erode. Vestito di blu. Il nome deriva dallo svedese knekt, soldato appunto.
  • Mänkki, quello che porta la stella. Il nome deriva forse dallo svedese mannekäng, manichino, e fa riferimento alle recite medievali in cui il manichino era quello che cambiava le scenografie.3
  • Murjaanien kuningas, il re che accusa Erode di essere un tiranno. Murjaani è un richiamo ai Mauri/Mori, abitanti della Mauretania romana, attuali Algeria e Marocco. Murjaanien maa, la “Terra dei Mori”, si riferisce all’Africa che di solito è rappresentata dal Re Magio Melchiorre. Il Re dei Mori ha la barba nera e il vestito scuro. Fino al 2021 il personaggio che faceva Murjaanien kuningas aveva il volto dipinto di nero.

Clicca qui per ascoltare la canzone (con sottotitoli in finlandese e inglese)

In Finlandia la tradizione dei Tiernapojat è andata scomparendo a partire dagli anni ’50 ma è sopravvissuta a Oulu che dagli anni ’30 ospita competizioni di cantori nel vecchio dialetto della zona. Dal 2005 la Tiernasäätiö (Fondazione Tierna) si occupa di mantenere, sviluppare e coordinare la tradizione dei Tiernapojat a più livelli.

Foto ©Antti Pylväs / Yle. Statua dei Cantori della Stella in centro a Oulu

Le accuse di razzismo

Come mai sei così nero?
Se sono nero, tutti mi riconoscono.

Se sono nero, le brave persone mi cercano.
Signore e Re della Terra dei Mori.

Non sono tanto le tre battute sopra citate ad aver scatenato le aspre critiche di razzismo nei confronti dei Tiernapojat ma piuttosto l’aspetto del Re dei Mori: vestito e barba scuri sono stati bollati come simboli canzonatori xenofobi mentre il trucco nero è stato additato come blackface, la pratica di truccarsi la faccia di nero in modo marcatamente stereotipato per prendere le sembianze di una persona di colore a scopo derisorio. In realtà siamo ben lontani dalle caricature razziste dei Minstrel show ottocenteschi e c’è da interrogarsi su quale siano l’origine e la funzione del vestito e del trucco nero nello specifico caso dei Tiernapojat finlandesi. Sono stati effettivamente utilizzati come elementi denigratori nei confronti delle persone di colore o si tratta semplicemente di un modo per mettere in risalto l’origine africana del personaggio? È possibile vedere in quella figura una rappresentazione di multiculturalità, come sostiene la Fondazione Tierna?4 Bisogna pur ricordare che in Finlandia le persone di colore sono state a lungo una presenza rara. Visto il recentissimo caso della serie televisiva Wednesday bollata come razzista perché gli attori di colore interpretano “ruoli da bullo”, è bene sottolineare che nel caso dei Tiernapojat il Re Moro è una figura assolutamente positiva, contrapposta al meschino Erode.

L’attivista Jenny Kasongo dice che è tempo di cambiare la tradizione perché lede la comunità di colore, e si chiede se la rappresentazione dei Tiernapojat sia davvero interessante o sia interessante solo per l’uso della blackface.5
La prima volta che ho sentito parlare dei Tiernapojat ero a una festicciola aziendale: eravamo seduti davanti a un bel piatto di joulukinkku quando alcuni colleghi si sono messi a cantare i canti dei Tiernapojat. Io li ascoltavo rapita da quel gioco di battute. Non indossavano costumi e io non sapevo che uno dei personaggi fosse di colore. Insomma, niente blackface, eppure sono rimasta affascinata da quella tradizione con una lunga storia alle spalle.
Il giudizio è nell’occhio di chi guarda e dipende con quale lente si decide d’interpretare ciò che si osserva.

Onde evitare che la rappresentazione dei Tiernapojat venisse infangata con accuse di razzismo, nel 2021 la Fondazione Tierna ha invitato i cantori a non pitturare più il viso di nero ma a limitarsi a un segno scuro sul mento o sotto al naso. Inoltre, a Murjaanien kuningas è preferibile usare Maurien kuningas perché la parola murjaani potrebbe assumere una connotazione negativa. Oggi partecipano alla recita bambini e bambine di tutte le nazionalità e di tutte le tonalità di pelle.

Fonti e approfondimenti:

Riferimenti:

Testi © Giulia Santelli

8 commenti su “Tiernapojat, quando la tradizione è accusata di razzismo”

  1. Arianna V. (Blodulvinna)

    Haha, non mi stupisce! Gia’ un paio di anni fa era saltato fuori in putiferio per via dell’ innocentissimo gioco in scatola vintage Afrikan Tähti, il quale almeno secondo me, lungi dal provocare razzismo, ha una funzione istruttiva (come quasi tutti i giochi di societa’ della mia infanzia – io sono dell’ 83-del resto)…chissa’ che sti bambini finlandesi giocandolo di piu’ magari imparerebbero un po’ piu’ di geografia, il che non farebbe per niente male, visto che facendo supplenze nelle scuole elementari e medie ho sentito certe chicche in materia… e non solo dagli alunni ma anche dagli adulti, ancora peggio 😂 ma del resto quando il governo si preoccupa di piu’ di questi ” problemi ” anziche’migliorare la situazione socio- economica di molti disoccupati e persone emarginate e di potenziare i mercati lavorativi i risultati sono quelli che vediamo… /
    Comunque mi presento: sono Arianna, italiana della Brianza e abitante in Finlandia , precisamente a Hyvinkää “vicino” a Helsinki, da piu’ di 12 anni 😀 p.s. blog e proposta molto interessante!

    1. Carissima Arianna,
      piacere di conoscerti e grazie per il feedback!
      Già, anche Afrikan tähti ha dato di che parlare. Negli ultimi anni razzismo, questioni di genere e femminismo sono temi molto sentiti in Finlandia e prima o poi scriverò qualcosa a proposito, cercando di rimanere imparziale come per questo articolo anche se, anch’io sono dell’opinione che spesso la Finlandia esagera e potrebbe dedicarsi a problemi veri senza crearne di nuovi sulla scia delle mode americane…

  2. … è preferibile usare Maurien kuningas perché la parola murjaani potrebbe assumere una connotazione negativa… – Si è veramente possibile! Ma a mio parere che ora la prospettiva storico-culturare sulla performanca di Tiernapojat è stata dimenticata.

    Giulia ha fatto un ottimo riassunto!

    Potete quardare su Elävä arkisto di Yle una performanca dall’anno 1962 “Tiernapoika-esitys Oulusta”

    https://yle.fi/aihe/artikkeli/2006/12/13/tiernapojat

    1. Caro Matteo, sono d’accordo con te, nel senso che è importante comprendere il contesto storico-culturale del fenomeno.
      Nel mio articolo ho voluto riportare i fatti e informare senza dare un’opinione in merito. Saranno poi i lettori a decidere cosa pensare della faccenda.
      Un caro saluto da Kuhmo

      1. Cara Giulia, quello che volevo dire è che la Fondazione Tierna, non tu, è stata un po’ avventata nel suo ragionamento.

  3. Pingback: Calendario finlandese. Gennaio – Giulia Santelli (Giulia in Finlandia)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *