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Calendario finlandese. Gennaio

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La Finlandia mese per mese. Alla scoperta di tradizioni, ricorrenze e racconti popolari attraverso il calendario finlandese.

Gennaio, Tammikuu, il mese…

  • dell’asse (tammi=asse, kuu=mese). In alcuni dialetti finlandesi tammi significa “asse”, “centro”. Dunque tammikuu starebbe per “il mese che cade nel cuore dell’inverno”. Passata la metà dell’inverno, la natura inizia lentamente a risvegliarsi sotto la silenziosa coltre di neve
  • della quercia (tammi=quercia, kuu=mese). In finlandese “tammi” significa “quercia”, un albero dal legno duro proprio come duro è il freddo di gennaio. Tammikuu era anche il mese migliore per diboscare

6.1. Loppiainen

Da loppua, “concludere”, “terminare”, “finire”. Anche in Finlandia il 6 gennaio si festeggia ufficialmente la fine del periodo natalizio. Ma non è sempre stato così… Infatti, per la tradizione popolare finlandese il periodo natalizio iniziava il 21.12. (San Tommaso) e si chiudeva il 7.1. (San Canuto). Da qui il detto Il buon Tommaso porta il Natale, Canuto il cattivo se lo porta via (“Hyvä Tuomas joulun tuopi, paha Nuutti pois sen viepi”).

A differenza di altri Paesi europei, in Finlandia la tradizione dei Cantori della stella non è legata tanto all’Epifania, quanto al Natale. A tal proposito leggi anche Tiernapojat, quando la tradizione è accusata di razzismo.

13.1. Nuutinpäivä

Fino al XVIII secolo San Canuto era celebrato il 7.1. finché non fu spostato al 13.1.
Nuutinpäivä è un po’ come l’Epifania, solo che qui a portare via le feste ci pensa Nuuttipukki, di gran lunga più spaventoso della Befana italiana. Corna caprine e barba, il volto coperto da una maschera o di fuliggine, in mano un lungo bastone e sulle spalle una giacca al contrario fatta con pelle di pecora: così si mascheravano i giovani Nuuttipukit che, in piccoli gruppi con a capo un Nuuttibaroni, bussavano di porta in porta per chiedere alcol e cibo avanzati dalle feste natalizie. La loro spaventosa messinscena carnascialesca seguiva uno schema rituale ben preciso: prima chiedevano il permesso di entrare in casa, poi annusavano l’aria in cerca di birra, prendevano quel che trovavano e rigraziavano dell’offerta con canti benevoli. Ma se la birra era finita, maledivano i padroni di casa e intonavano stornelli di scherno. Poi contrassegnavano i muri esterni dell’abitazione disegnandoci sopra tanti boccali di birra quanti ne avevano ricevuti. Più boccali c’erano sul muro, più la famiglia era ricca. Cibo e alcol venivano radunati per poi essere goduti dall’intero villaggio che festeggiava, con un ultimo gozzoviglio, la fine del periodo natalizio. Dopo i festeggiamenti tutti gli addobbi natalizi venivano messi via. La tradizione dei Nuuttipukit è sopravvissuta in alcune zone della Finlandia fino agli anni ’60, per poi lasciare progressivamente il posto ai bambini che, travestiti in maniera molto meno paurosa, girano per le case chiedendo dolciumi in cambio di filastrocche e canzoncine.
Il terrificante costume tradizionale di Nuuttipukki assomiglia a quello del Babbo Natale finlandese (Joulupukki) e del “capro di Kekri” (Kekripukki).

La processione dei Nuuttipukit ricorda per certi versi l’antica usanza del regölés ungherese: nel periodo natalizio, gruppi di ragazzi travestiti in maniera simile al krampus finnico bussavano alla porta delle case e, in cambio di cibo e doni, benedivano i giovani da maritare con i loro canti. E proprio regelö hétfö (lunedi del regölés) era chiamato, tra il XVI e il XVII sec., il primo lunedì dopo l’Epifania.

13.1.- 25.3. Selkäviikot

Nella Finlandia agraria il cuore dell’inverno (sydäntalvi) era associato a una collina, una cresta. Da qui l’espressione selkäviikot, “settimane del crinale”, un periodo di duro lavoro che andava da San Canuto a Carnevale. Questo era il momento di controllare che ci fosse abbastanza fieno per gli animali, di diboscare e mettere a posto i tronchi abbattuti, sistemare le frasche nei giacigli del bestiame, spargere la ghiaia sulle strade, ecc.. I buoi erano un aiuto prezioso nei lavori agricoli e forestali perciò questo periodo viene chiamato anche härkäviikot, “settimane del bue”.

Si credeva che il crinale dell’inverno si “spezzasse” nei giorni di San Heikki (19.1.), San Paavo (25.1.) e per la Candelora (2.2.). Queste date erano una sorta di spartiacque e stavano a significare che la collina era stata finalmente superata, così come la metà dell’inverno.

19.1. Heikin päivä

Un tempo si credeva che Sant’Enrico fosse uno di quei giorni in cui si sgretolava il crinale dell’inverno. Questo era motivo di festa perché significava andare verso la luce e la bella stagione. Si diceva anche che l’orso iniziasse a cambiare fianco e a sentire l’avvicinarsi della primavera. In alcune zone della Finlandia la rottura del crinale era segnalata con urla di giubilio, scampanellii e rumori di ogni tipo. Nell’Ostrobotnia centrale i bambini venivano mandati fuori ad “ascoltare” il suono della cresta che si frantumava. A Turku si teneva un grande mercato all’aperto, tradizione che si è mantenuta fino ai giorni nostri.

Nel 1500, Sant’Enrico (Heikki, Henrik) fu spostato al 19 gennaio per uniformare il calendario finnico a quello svedese. Prima però si festeggiava il 20 gennaio, data in cui il vescovo Henrik fu brutalmente ucciso a Köyliö dal mezzadro Lalli nel 1156.
Le fonti scritte che raccontano di Henrik e Lalli sono di molto posteriori agli eventi narrati e non si sa con certezza se i personaggi siano realmente esistiti. Secondo la leggenda diffusa dall’Arcidiocesi di Turku alla fine del 1200, Erik IX il Santo re di Svezia condusse una crociata nella Finlandia sud-occidentale accompagnato dal vescovo Henrik che rimase lì come missionario ma venne poi ucciso sul lago ghiacciato di Köyliö da un uomo di cui non si cita il nome. Nel 1600 compaiono molteplici versioni del “Salmo di Henrik il Santo”. Si narra che il mezzadro Lalli uccise il vescovo Henrik con un’accetta sul lago ghiacciato dopo che la moglie gli aveva mentito dicendogli che il vescovo si era rifocillato presso di loro senza pagare. Quando Henrik fiutò l’arrivo della morte, fece promettere al servitore di portare via il suo corpo esangue e costruire la prima chiesa di Finlandia nel punto in cui i buoi, stremati, si fossero fermati. Così nacque la chiesa di Nousiainen. Lalli uccise il vescovo, gli prese il cappello e l’anello, ma quando cercò di toglierseli, il cuoio capelluto gli rimase attaccato al cappello e il dito si staccò con l’anello.
A lungo condannato come brutale assassino, nel 1800 Lalli divenne un simbolo del romanticismo nazionale finlandese, il rappresentante di una Finlandia antica e ricca di tradizioni che non può essere spazzata via tacitamente, l’eroe che difende la patria, che non si piega, insomma, il finlandese pieno di “sisu”. Tutt’oggi Lalli è una figura conosciuta e in qualche modo persino apprezzata per quel che rappresenta, tanto che nel 2004 fu votato dalla popolazione come uno dei finlandesi più importanti di tutti i tempi aggiudicandosi il 14 posto nel programma “I grandi finlandesi” di Yle.

25.1. Paavon päivä

San Paolo era considerato, come Sant’Enrico e la Candelora, il cuore dell’inverno. Se nella Finlandia occidentale la metà dell’inverno veniva scavalcata a Sant’Enrico, in quella orientale era a San Paolo. Nell’Ostrobotnia meridionale si aggiravano per le strade figure simili a Nuuttipukki. Nella Finlandia sud-occidentale usava mangiare la zuppa di piselli per propiziare il raccolto futuro.

27.1. Vainojen uhrien muistopäivä

Per non dimenticare… a maggior ragione in Finlandia dove il Giorno della memoria passa un po’ troppo inosservato. Ma perché?

Beh forse perché sono più i cittadini finlandesi a essere morti nei gulag sovietici (diverse migliaia) che quelli morti nei campi di sterminio nazisti. Non è chiaro quanti furono gli ebrei deportati dalla Finlandia ma sembra che ammonti a poche decine quello degli ebrei rifugiati consegnati alla Gestapo, mentre sono una cinquantina gli ebrei sovietici prigionieri di guerra. Negli anni delle persecuzioni naziste, i pochi ebrei residenti in Finlandia furono abbastanza al sicuro; l’antisemitismo restò un fenomeno latente che non sfociò in persecuzioni sistematiche come altrove. L’odio si rivolse piuttosto alla vicina Unione Sovietica, in guerra con la Finlandia. Perciò la questione dell’Olocausto, a differenza delle persecuzioni sovietiche, rimase, e rimane tutt’oggi, qualcosa di geograficamente lontano dai finlandesi.

O magari l’alleanza con i nazisti ha lasciato una macchia così grande nella storia della Finlandia che si preferisce non parlarne? Negli anni ’40 la Finlandia, appena uscita dalla Guerra d’inverno, s’alleò con la Germania nazista per contrastare l’Unione Sovietica (Guerra di continuazione 1941-1944). I tedeschi rifornivano i finlandesi di armi e munizioni e nel frattempo scorrazzavano liberi per il Paese, dove costruirono i loro campi di morte. Se ne parla pochissimo e per questo non tutti lo sanno, ma sul territorio finnico i nazisti eressero circa 200 lager, sparsi per lo più nel nord e in Lapponia. Tra i prigionieri si contano deportati da tutta Europa, ma soprattutto prigionieri di guerra sovietici. La ferrovia Hyrynsalmi-Kuusamo, costruita dai prigionieri dei campi di lavoro, si guadagnò il nome di “Binario della morte”. Una volta stipulata la pace con l’Unione Sovietica, le forze dei finlandesi furono rivolte a scacciare i nazisti dal Paese (Guerra di Lapponia 1944-1945) che, nella fuga, misero la Lapponia letteralmente a ferro e fuoco, bruciando tutto ciò che trovarono al loro passaggio. Insomma, non rimane fisicamente molto delle atrocità naziste compiute in Finlandia e la memoria di questi eventi è rimasta viva solo nei paesi toccati da vicino.

2 commenti su “Calendario finlandese. Gennaio”

  1. Pingback: Calendario finlandese. Febbraio – Giulia Santelli (Giulia in Finlandia)

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